La vitiligine in età pediatrica

16 Gennaio 2019

La vitiligine in età pediatrica

Autore: Dott.ssa Elena Mazzola  Specialista in Dermatologia e Venereologia

Epidemiologia

La vitiligine è una malattia abbastanza comune, cronica, che si manifesta generalmente durante l’infanzia e
l’adolescenza; raramente compare prima dei 2 anni e soltanto il 10% dei bambini si ammala prima di questa
età. Nel 28% dei casi i sintomi si manifestano fra i 2 e i 5 anni, il 40% dei bambini si ammala fra i 5 e i 10
anni ed il 21% fra i 10 e i 18 anni.
In generale il problema riguarda l’1% dei bambini in tutto il mondo, in prevalenza in Europa e Nord America,
con un età media di insorgenza intorno ai 4-5 anni.
Una precedente storia familiare è generalmente un fattore predittivo della malattia, infatti il 20% dei bambini
che si ammalano ha almeno un parente di primo grado che soffre di vitiligine. Nonostante questo, le cause
della malattia restano ancora in larga parte sconosciute e si ritiene che la vitiligine sia una patologia
dall’origine complessa e multifattoriale, ovvero sia fattori genetici che ambientali concorrono in egual misura
alla sua insorgenza.
Da un punto di vista biologico, la vitiligine è una malattia su base autoimmunitaria, infatti anche nel bambino,
così come nell’adulto, si riscontra un’associazione con altre patologie autoimmunitarie, prime fra tutte le
patologie tiroidee, anche se nel bambino la percentuale di associazione è più bassa.

Diagnosi e tipologie

I bambini che soffrono di vitiligine possono essere suddivisi in 2 categorie: quelli che si ammalano presto,
prima dei 12 anni e quelli che si ammalano dopo i 12 anni, durante l’adolescenza. I primi generalmente
hanno almeno un familiare che soffre di vitiligine, presentano nevi alonati, sviluppano lesioni depigmentate in
seguito a traumi e manifestano generalmente la forma segmentale della malattia. Quelli che, invece, si
ammalano durante la pubertà presentano con maggior frequenza lesioni acro-facciali e si ammalano più
spesso di tiroidite autoimmune.
Recentemente un panel internazionale di esperti ha proposto i criteri di classificazione della vitiligine: in
generale la vitiligine può presentarsi in due forme, la vitiligine non-segmentale (VNS) o la vitiligine
segmentale (VS). Le due forme sono diverse sia come prognosi che come evoluzione della malattia e
risposta ai trattamenti. È quindi di primaria importanza una diagnosi precoce e precisa che permetta di
distinguere fra le due forme e scegliere la terapia più appropriata.
La VNS è la variante più comune in età pediatrica e colpisce l’80% dei bambini ammalati. Le macchie
possono comparire su qualsiasi parte del corpo, generalmente in maniera simmetrica bilaterale; nella
maggior parte dei casi l’esordio avviene sulle dita, le mani ed il viso. La VNS comprende numerosi sottotipi,
come la vitiligine acro-facciale, mucosale, generalizzata, universale, mista ed altre forme più rare. Tuttavia
una diagnosi in questo senso è resa spesso difficile dall’evoluzione della malattia, che in un primo momento
può essere acro-facciale dopodiché i vari sottotipi si alternano e si sovrappongono rendendo il pattern
difficile da classificare.
La VS è molto meno frequente, rappresentando solo il 10-15% dei casi di vitiligine in età pediatrica. Le
lesioni si distribuiscono generalmente su un solo lato del corpo (vitiligine asimmetrica) ed hanno una tipica
forma a strisce. Nei bambini malati di VS la malattia compare precocemente, prima della pubertà, ma si
stabilizza velocemente, di solito nel giro di pochi mesi. La VS si differenzia dalla vitiligine focale nella quale si
forma un’unica piccola lesione senza una chiara distribuzione segmentale.
La diagnosi si basa generalmente sui dati clinici, valutando la localizzazione e la tipologia delle lesioni oltre
alla presenza di comorbidità e alla storia familiare del bambino.

Cura

Il trattamento della vitiligine in età pediatrica si articola generalmente in due fasi: nella prima fase lo scopo è
fermare il progredire della malattia, la formazione delle lesioni; nella seconda fase i trattamenti sono mirati
alla ri-pigmentazione delle lesioni.
Una volta definita chiaramente la tipologia della malattia il dermatologo può decidere il piano terapeutico più
adatto per la gestione e la cura del bambino. Il fototipo, la durata, l’estensione e l’attività della malattia sono
gli elementi più importanti per la definizione del piano di cura. I trattamenti oggi a disposizione sono
molteplici, da quelli farmacologici, topici o sistemici, alla chirurgia o alle sedute di fototerapia.
Spesso la scelta è una terapia combinata che somma o alterna trattamenti diversi a seconda delle esigenze
e della risposta del bambino. In ogni caso, anche ove non sia possibile guarire completamente dalla
vitiligine, i trattamenti oggi disponibili sono in grado di ridurre notevolmente la malattia migliorando la qualità
della vita del bambino e dei suoi familiari, dal momento che, seppure di per sé non grave, la vitiligine può
avere importanti ripercussioni sulla vita di relazione del bambino e quindi sulla sua crescita.

Riferimenti bibliografici

Kanwar A.J, and Kumaran M.S. (2012) Childhood vitiligo: treatment paradigms. Indian J Dermatol.
57(6):466-74. doi: 10.4103/0019-5154.103067.

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Gianfaldoni S. et al. (2018) Vitiligo in Children: A Better Understanding of the Disease. Open Access Maced

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