Quante persone si ammalano di vitiligine e perché?
29 Dicembre 2018
Quante persone si ammalano di vitiligine e perché?
Autore: Dr. Nazzareno Cammarota Specialista in Dermatologia e Venereologia
La vitiligine è una malattia comune che colpisce lo 0,4-2% della popolazione a livello mondiale, con punte di prevalenza in certe popolazioni asiatiche di pelle scura e con un’incidenza più bassa in alcune popolazioni isolate della Cina e del nord Europa. In Italia 7 persone su 1000 soffrono di vitiligine. Uomini e donne si ammalano con la stessa frequenza e la malattia può comparire a qualsiasi età, anche se in circa la metà dei casi si manifesta fra i 15 e i 20 anni e nel 95% dei casi entro i 45 anni.
La vitiligine è una malattia dall’origine complessa e non del tutto chiarita; sicuramente esiste una predisposizione genetica ad ammalarsi: circa il 20% delle persone affette da vitiligine ha almeno un parente di primo grado che ne soffre. Nonostante questo, soltanto il 5-7% dei figli di una persona malata di vitiligine contrae la malattia nel corso della vita. Questo perché l’origine genetica della vitiligine è complessa, negli ultimi anni sono state individuate più di 50 regioni sul DNA correlate con la malattia. Inoltre, la vitiligine è una malattia multifattoriale, ovvero la predisposizione genetica non ne è la sola causa ma accanto a questa alcuni fattori ambientali, in larga parte ancora sconosciuti, concorrono alla sua insorgenza.
L’ipotesi più accreditata sui meccanismi che causano la de-pigmentazione è quella che considera la vitiligine una malattia autoimmunitaria nella quale il sistema immunitario riconosce come cellule estranee i melanociti, le cellule della pelle che producono la melanina, distruggendole e causando la perdita di pigmentazione tipica della malattia.
Fonte
Autore: Spritz R. e Andersen G.; Rivista: Dermatol Clin.; Anno di pubblicazione: 2017 https://doi.org/10.1016/j.det.2016.11.013
Autore: Zhang Y. et al; Rivista: Plos One; Anno di pubblicazione: 2016 https://doi.org/10.1371/journal.pone.0163806
Autore: Kruger C. e Schallreuter K.U.; Rivista: Int. J.Dermatol.; Anno di pubblicazione: 2012 https://doi.org/10.1111/j.1365-4632.2011.05377.x
